Coltelli a lama serpeggiante della seconda età del ferro nelle regioni alpina e transpadana: arte rupestre e cultura materiale tipologia, diffusione, significati culturali
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2015
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Resumo
Nella presente ricerca è stata analizzata dal punto di vista tipologico una serie di coltelli
appartenenti alla famiglia morfologico-funzionale dei coltelli a lama sinuosa o serpeggiante.
Si tratta di coltelli in ferro, dotati di fodero in materiale composito (ferro e legno), noti in
letteratura come coltelli tipo Introbio o tipo Lovere e caratteristici della tarda età del Ferro
nell'Italia Settentrionale, con particolare riferimento all'area alpina e peri-alpina.
Alcuni esemplari, citati da vari studiosi come pertinenti o assimilabili a questi due tipi,
sono stati altresì presi in considerazione (coltelli di Peschiera del Garda, Sanzeno e Ortisei),
per quanto mostrassero già ad una prima osservazione differenze sostanziali.
Attraverso lo spoglio bibliografico sono stati identificati tutti i reperti utili (26), tra coltelli
comprensivi del loro fodero, coltelli o foderi isolati, integri o frammentari. Due sono coltelli
miniaturistici usati come pendagli ed uno è un altare funerario di I secolo a.C., con la
raffigurazione di un coltello tipo Lovere. Si è poi proceduto al loro esame diretto e alla
produzione di documentazione grafica e fotografica in tutti i casi in cui è stato consentito.
Solo per i due coltelli della necropoli di Santa Maria di Zevio (VR) ci sono stati problemi di
carattere logistico, che ne hanno impedito la visione. I reperti si trovano in luoghi di
conservazione distanti tra loro, a Martigny e Zurigo in Svizzera, a Milano (MI), in Valle
Camonica e in Val Sabbia (BS), a Trento (TN), a Ortisei (BZ) in Italia e a Innsbruck in
Austria. Si è tentato inoltre di rintracciare due coltelli, quelli di Fontanella di Casalromano
(MN) e quello di Peschiera del Garda (BS), noti da tempo solo per via documentaria.
Purtroppo i contatti con varie istituzioni museali, italiane ed estere, non hanno dato risultati.
Per ognuno di essi è stata realizzata una scheda RA (di reperto archeologico) contenente la
descrizione e tutti gli elementi utili all'identificazione del reperto. L'utilizzo di fonti d'archivio
e le analisi chimiche (XRF) e fisiche (radiografie) hanno permesso inoltre di comprendere
aspetti non chiari dei reperti e hanno consentito di delineare in modo, a nostro parere,
esaustivo gli elementi fondamentali per l'identificazione tipologica. Lo studio dei contesti di
provenienza, delle associazioni e l'analisi critica delle pubblicazioni precedenti hanno infine
chiarito gli areali e la cronologia di diffusione. Le analisi comparate dei reperti pertinenti ai
due tipi hanno inoltre dimostrato l'effettiva derivazione del tipo Lovere dall'Introbio, al di là
di semplici intuizioni o ipotesi proposte in passato.
Ampio spazio è stato dato anche all'analisi delle incisioni rupestri della Valle Camonica,
dove sono rappresentati gli stessi tipi di coltelli, prevalentemente il tipo Introbio,
sporadicamente il Lovere, ma anche altri più antichi. La mancanza dei rivestimenti delle
impugnature dei reperti archeologici, originariamente in materiale organico, ha indotto a
concentrarci sulle incisioni proprio per poter definire anche questi aspetti. Si è proceduto
quindi alla raccolta dei dati, ancora una volta dapprima attraverso lo spoglio bibliografico e la
segnalazione diretta di colleghi che operano sul posto. Successivamente è stata realizzata, in
tutti i luoghi raggiungibili e per i quali si è ottenuta autorizzazione allo studio, la
documentazione, attraverso rilievi e fotografie. Il corpus delle incisioni è dunque costituito da
82 figure, organizzate in 81 schede IR (di incisione rupestre) concepite in modo analogo alle
schede RA, ma adattate al tipo di evidenza.
Le incisioni sono diffuse nella media Valcamonica in quattordici siti, e su un totale di 22
superfici rocciose, affioranti dal terreno o in parete, e 2 frammenti di piccole dimensioni
conservati presso il Municipio di Piancogno. Alcune rocce non sono state osservate di
persona, perché si trovano in proprietà private, sono state ricoperte dopo il loro studio per
problemi conservativi (Berzo Demo – Loa), oppure sono in studio da parte di altri colleghi.
Dall'analisi delle incisioni è stato possibile evidenziare l'aspetto zoomorfo delle
impugnature e dei puntali dei foderi, fatto che ha permesso, in considerazione anche del
contesto culturale, e delle associazioni tra coltelli ed altre figure, di procedere ad una serie di
riflessioni sul loro significato e uso.
Sono state infine proposte ipotesi sulle motivazioni che, al di là del gusto e delle mode,
possono aver determinato il passaggio da un tipo all'altro, e, sui possibili modelli di
derivazione tipologica. Oltre alla derivazione dai modelli paleoveneti, da cui vengono fatti
discendere la maggioranza dei coltelli del Nord Italia cronologicamente posteriori (compresi
quelli retici e probabilmente quelli leponti), si è ipotizzata una relazione di dipendenza anche
da kopides italiche, che sulla base di alcuni indizi dovevano essere note in ambiente euganeo
almeno dal VI-V secolo a.C.
Descrição
Tese de Doutoramento em Quaternário, Materiais e Culturas
Palavras-chave
Arte rupestre